Lo scavo con TBM

Lo scavo della galleria della Metropolitana di Torino è stato effettuato principalmente attraverso Tunnel Boring Machine (TBM), comunemente detta “talpa”. La TBM consente di scavare lunghi tratti in sotterraneo, contenendo al massimo il disagio dei cantieri in superficie, il rumore e la dispersione di polveri.

La Tbm è un vero e proprio cantiere mobile che avanza in sotterraneo scavando a una velocità media di circa 12-15 metri al giorno, con punte di 24 metri. La macchina è corredata di tutte le attrezzature necessarie allo scavo, allo smaltimento dei detriti e alla realizzazione del rivestimento della galleria.

Lunga circa 100 metri, la talpa viene trasportata smontata in singoli elementi, rimontati direttamente in sotterranea prima dello scavo.

Le sue componenti essenziali sono lo scudo, un cilindro metallico lungo circa 10 metri che racchiude la macchina; la testa fresante, di circa 8 metri di diametro, che effettua lo scavo; il back-up, costituito da vagoni di supporto allo scudo e lungo circa 80-90 metri.

 

Le talpe della Metropolitana di Torino

Durante la costruzione della metropolitana sono state utilizzate in totale 5 TBM, battezzate come da tradizione con nomi femminili.

Tra il 2002 al 2005 Valentina ha scavato il tratto compreso tra le stazioni Fermi e Pozzo Strada, Madama Cristina da Principi d’Acaja a Pozzo Strada, Valeria da Porta Susa a Principi d’Acaja e poi da Porta Susa a Porta Nuova; tra il 2008 e il 2009 Caterina ha realizzato il tratto compreso tra Marconi e Lingotto sotto via Nizza, mentre Masha ha recentemente completato lo scavo della nuova tratta Lingotto-Bengasi, iniziato nel 2016 e concluso nel 2018.

 

Le fasi di lavoro

La talpa è in grado di operare per 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Ogni turno di lavoro richiede una squadra altamente specializzata.

I lavori sono organizzati in due fasi distinte. La prima fase è dedicata allo scavo, che avviene a circa 20 metri di profondità, senza interferire con la rete dei sottoservizi, posti a livello superiore. La fresa, muovendosi a una velocità di circa 1 giro al minuto, sbriciola la terra che ha davanti a sé. Il materiale scavato entra in una “camera”, posta alle spalle dello scudo, e tramite una vite detta coclea viene convogliato lungo nastri trasportatori sui vagoni di back up. Successivamente un treno lavori trasporta i detriti nella stazione di appoggio alla Tbm dove, grazie all’ausilio di un carro ponte, vengono sollevati in superficie.

La seconda fase è dedicata al rivestimento della galleria con prefabbricati in cemento armato, detti conci. Questi vengono portati in testa alla Tbm, sollevati da un braccio meccanico, detto “erettore di conci”, e posizionati per formare un anello. In circa 1 ora di lavoro la Tbm è in grado di scavare e rivestire 1,5 metri di galleria, che corrispondono alla larghezza di un concio.

Dopo il passaggio della macchina il tunnel è sostanzialmente pronto per il posizionamento dei binari, degli impianti tecnologici e delle dotazioni di sicurezza.

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